Facebook studia i nostri pensieri ed emozioni

Facebook: due scuole di pensiero.
Chi ne è terrorizzato per questioni di privacy, e ha sempre paura che qualcuno possa farsi i fatti suoi (e magari non ha ancora capito come settare le impostazioni in modo che non succeda) e chi invece vuole che i fatti suoi se li facciano tutti ma proprio tutti, senza porsi il problema che ci possa davvero essere qualcuno interessato.

Quello che invece avviene è che è proprio Facebook a farsi i fatti nostri, e da tempo passa in rassegna i nostri status per tracciare una mappa sociale e trarre indicazioni su un’umanità che utilizza la tecnologia come ausilio alla socialità.

Secondo i dati raccolti i messaggi a contenuto positivo raccolgono il maggior numero di “mi piace” mentre quelli negativi ricevono più commenti.
Gli utenti più giovani sono quelli più arrabbiati e focalizzati sulla propria persona: nei loro messaggi ci sono più spesso emozioni negative e parolacce.
Gli adulti sono invece più focalizzati sulle vite degli altri e parlano di lavoro e famiglia.
L’ora del giorno incide sulla scelta degli argomenti: le emozioni più negative arrivano di notte mentre quelle più positive all’alba… alle 4 del mattino l’argomento più gettonato è il sonno mentre alle 7 del mattino il lavoro.

Ah e naturalmente non ci sono più le mezze stagioni.

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6 commenti su “Facebook studia i nostri pensieri ed emozioni

  1. La gente si preoccupa sempre per i motivi sbagliati i peggiori rischi per la privacy su fb non sono certo legati ai tuoi vicini di casa che possono vedere la foto di tuo figlio!

  2. certo che farsi i cazzi degli altri e guadagnarci un sacco di bei soldoni non è mica male … piuttosto che lavorare 🙂

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