Il mio 2017, in un puzzle disarmonico

Anche quest’anno sta per finire, portando via con sé frammenti, ricordi, appunti, cicatrici, scatti, cumuli di bit e schegge di vita da salvare nell’hard disk della memoria, in una cartella di sola lettura.

Il 2017 è stato un anno di amici, di quelli che si presentano con rum e cioccolato, che restano fino all’alba, che rallentano il passo per camminare insieme: e io arranco, inciampo, cado, mi rialzo e trovo sempre una mano tesa, un sorriso rassicurante e un passaggio per tornare a casa.

Il 2017 è stato un anno di sport, di cielo sulla testa e chilometri sulle gambe, di vento tra i capelli, endorfine in circolo e ostacoli da superare: mettersi in gioco è la vittoria più importante e il vero traguardo non è una linea bianca sull’asfalto, ma ciò che si diventa affrontando il percorso.

Il 2017 è stato un anno di domande, di quelle che non ti consentono di andare oltre, che rimangono sospese lì, come una mail senza risposta, un treno partito, un muro tra destini che non si incrociano mai e menti che si incontrano furiosamente, ostinandosi a mancare di tempismo.

Il mio 2017 è stato un arcobaleno di emozioni, di risate a crepapelle e canzoni a squarciagola, di incontri casuali, sogni irrealizzabili, circostanze inattese, tempo sprecato, discussioni evitabili e scelte poco convinte.

Eppure qui, adesso, guardandomi indietro, inizio a vedere i pezzi di un puzzle che si ricompone, trovando il loro posto in un insieme confuso e disarmonico, ma traboccante di entusiasmo e voglia di andare, cercare, capire, creare, scoprire.

La fiducia, a volte, vacilla.
La vita, mai.

 

– Fotogrammi di un 2016 che finalmente se ne va
– Un 2015 senza risposte ma con tanta gratitudine
– Profumi e calore di un 2014 pieno di persone
– La felicità del 2013, in un bicchiere
– 2012: il mio backup
– Il mio 2011, tra reale e virtuale

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