Su Instagram pubblichiamo tutti le stesse foto

Intendiamoci: il fenomeno delle foto identiche tra loro esiste da sempre, non l’ha certo inventato Instagram. Solo che ora basta seguire un hashtag per rendersene conto con evidenza.

Concetti come originalità, fantasia, talento non trovano spesso riscontro in un mondo in cui chiunque scatta e pubblica immagini: dal tramonto al foliage ai monumenti fino agli immancabili selfie davanti allo specchio del bagno, scattare senza pietà è diventato un must, a scapito dell’inventiva.

Il fotografo Oliver KMIA, che si occupa prevalentemente di video di viaggio, ha pubblicato su Vimeo la clip “Instravel – A Photogenic Mass Tourism Experience”: si tratta di un fotomontaggio di immagini straordinariamente simili, accompagnate da comuni hashtag turistici come #Pisa, #Fontanaditrevi ma anche #Pizzamargherita, che evidenzia comportamenti di viaggio omologati e immortalati sempre nello stesso modo.

 

Instravel – A Photogenic Mass Tourism Experience from Oliver KMIA on Vimeo.

 

Il video inizia con istantanee di passaporti e ali di aerei tra le nuvole per poi soffermarsi sui luoghi più famosi al mondo, dalla Tour Eiffel all’Empire State Building alla statua del Cristo Redentore di Rio De Janeiro al Santuario di Fushimi Inari-taisha in Giappone: stesso soggetto, stessa inquadratura, stessa posa.
La Torre di Pisa, poi, viene costantemente trasformata in un cono gelato, o riprodotta con qualche pirla che finge di raddrizzarla.

Ma il problema non è solo questo.
Come lo stesso Oliver scrive, durante un viaggio a Roma, esasperato dai turisti che scattavano selfie, si è reso conto che “molte persone non si godevano il momento ed erano ossessionate dagli smartphone, come se il vero obiettivo del viaggio fosse la possibilità di vantarsene online e rincorrere like e follower”.

In pratica, come ha scritto Marco Presta in “L’allegria degli angoli”:

Siamo diventati un popolo di cameraman. Il prezzo da pagare è quello di non avere ricordi, perché c’è poco da fare: certe immagini bisogna decidere se conservarle nella testa o dentro un dischetto. La scelta, credo, è tra riprendere la vita e viverla: o accetti di commuoverti mentre battezzano tuo figlio o ti occupi di ottenere un’inquadratura ben illuminata.

Alla costante ricerca dello scatto più glamour, sempre più spesso ci dimentichiamo un dettaglio piuttosto importante: vivere.

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