Inchiesta sulle fake news: BuzzFeed e NYT avvertono l’Italia

Martedì 21 novembre, BuzzFeed ha pubblicato un articolo a firma Alberto Nardelli e Craig Silverman che ha fatto molto scalpore.
Svela una rete di siti italiani di disinformazione, di stampo nazionalista, xenofobo e religioso, riconducibile a Giancarlo Colono, imprenditore romano proprietario dell’azienda Web365.
Queste fonti, alternative ai canali classici, si alimentano soprattutto grazie a una massiccia presenza sui social network, in particolar modo sfruttando pagine Facebook che raccolgono migliaia di iscritti.

A distanza di 3 giorni anche il New York Times si è occupato di fake news in Italia, pubblicando un articolo di Jason Horowitz che sottolinea come il nostro Paese sia particolarmente a rischio di campagne finalizzate al condizionamento delle opinioni degli elettori.
Entrambe le testate citano un report realizzato da Andrea Stroppa, giovane informatico che, oltre ad aver lavorato con prestigiose quotidiani internazionali, è stato capo della ricerca e sviluppo di Cys4, società di sicurezza informatica di Marco Carrai, imprenditore molto vicino a Renzi.
Stroppa ha scoperto che il sito del leader delle Lega Nord “Noi con Salvini” condivide il “Google ID” (un codice che serve a tracciare le visite e a gestire la pubblicità) con alcuni siti supporter del Movimento 5 Stelle (“info5stelle” e “video5stelle”) e con altri siti di evidente stampo filorusso.
Se la pagina che sostiene i 5 stelle, però, è di simpatizzanti esterni al Movimento, quella di Salvini è invece una pagina ufficiale: lo riconosce lo stesso responsabile Web della Lega Nord Luca Morisi, che giustifica l’accaduto semplicemente col fatto che tutti questi siti sono stati realizzati dalla stessa persona.

In pratica il New York Times, senza sostenerlo apertamente, insinua il dubbio di una possibile interferenza del Cremlino nella politica italiana.
L’aspetto curioso è che, al momento, l’unico che non mette in campagna elettorale il tema della guerra alle fake news è Berlusconi, cioè proprio colui per il quale, più plausibilmente, Putin dovrebbe simpatizzare davvero.

Del resto un anziano barzellettista che ha promesso si sconfiggere il cancro, quanto a “fake” non ha nulla da imparare da nessuno.

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