I testimonials rovinano le pubblicità

“Nel corso dell’ultimo anno più e più volte abbiamo osservato livelli bassi di efficacia per le pubblicità con personaggi famosi. Da Tiger Woods a Donald Trump, abbiamo scoperto che, tranne rare eccezioni, il sostegno delle star era inutile e non fruttava i benefici che ci si aspettava”: è quanto emerge da un sondaggio realizzato da AdvertisingAge analizzando le pubblicità sulle tv nazionali Usa trasmesse nei primi 11 mesi del 2010.

Il punto è che nell’era di Facebook non ci lasciamo più influenzare da un personaggio famoso ma tendiamo a fidarci molto di più dei consigli provenienti dalla nostra rete di contatti personali. Così le pubblicità più efficaci sono diventate quelle che forniscono delle informazioni rilevanti, senza per forza fare leva sull’aspetto emotivo ma tenendo conto di un nuovo consumatore che è informato, ha poco tempo ed è difficilmente impressionabile.

Invece ciò che manca nella maggior parte delle pubblicità con personaggi famosi è proprio l’importanza delle informazioni offerte, e spesso anche l’aspetto creativo viene messo in secondo piano per dare rilevanza esclusivamente al vip di turno, talvolta anche a scapito del brand o del prodotto promosso.

Io aggiungerei anche che non guasterebbe un minimo di coerenza tra la scelta del testimonial e il prodotto pubblicizzato. Ad esempio non userei mai la voce di Berlusconi per uno spot dedicato all’Italia, mentre la vedrei indicata per lo spot di una vaselina.

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10 commenti su “I testimonials rovinano le pubblicità

  1. dipende da come vengono usati il problema è che la maggior parte delle pubblicità con i vip o sono pallose o sono stupide

  2. il problema è che quando le aziende investono in un personaggio famoso sono così convinti che ci bombardano con quella pubblicità e finisce per stancare…. francamente la prima che ho visto di totti non era terribile, ma dopo averla rivista mille volte e in mille salse diverse non se ne può più!

  3. Diciamo che in linea di massima i creativi pensano di risparmiare sforzo xchè tanto ci pensa il vip a creare appeal, poi in realtà non è così. Però ad esempio la pubblicità di amica chips con rocco siffredi era carina e divertente e mi pare abbia incrementato le vendite notevolmente prima di essere censurata (in italia la fantasia la censurano)

  4. soprattutto in Italia il livello qualitativo degli spot è decisamente scarso, fantasia zero, noia tanta. un elemento che accomuna le tre grandi aziende della telefonia mobile (vodafone, tim e wind) hanno un elemento comune, l’abbinamento “gnocca e demente” dove la parte della “gnocca” la fanno Belen, Ilari Blasi e la Incontrada mentre quella dei dementi De Sica, Totti e Panariello … diciamoci la verità, agli ultimi viene proprio spontanea.

  5. Non conosco facebook nel senso che non frequento i social network: mi affido più ai blog o a forum e ovviamente con verifiche incrociate sulle informazioni. In alcuni settori commerciali occorrerebbe una buona controinformazione
    che, appunto, non c’è.

  6. Se usavano per la pubblicità di telefonia, delle persone quotidiane e non famose una persona si medesima meglio, noi non saltiamo dai tetti, non facciamo i poliziotti su la spiaggia a Miami, siamo persone che lavoriamo, usciamo con gli amici, andiamo al cinema, facciamo le passeggiate, i barbecue con gli amici in estate. Perché non possono fare delle pubblicità del genere???? Noi esistiamo non solo le persone famose!!!!!!!!!!!!

  7. sono d’accordo con queen molto spesso i personaggi anonimi risultano decisamente più simpatici di quelli famosi

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