Rimanere in vita grazie a Facebook

La morte fa paura, non possiamo pensare che una persona ci abbia lasciati per sempre, che non la rivedremo mai più.
Vogliamo credere che si sia solo spostata, che sia andata in cielo e questo pensiero ci aiuta a rimanere in “contatto” con lei.
Così quando sono stata informata della scomparsa di Paolo ho pensato che non fosse vero, ho detto “No, non è possibile”, e la prima cosa che mi è venuta in mente di fare è stata andare sul suo profilo di Facebook, come se una persona fosse morta davvero solo se lo dice Facebook, e solo allora ci puoi credere, e puoi iniziare a piangerla.

“Buon viaggio”, “Era presto per andare via”, “Arrivederci”, “Sarai sempre nel mio cuore”, “Che tu possa correre libero sui tuoi pattini”. Ora è reale. Paolo se n’è andato davvero. Ma se sei sul suo profilo e gli puoi scrivere “buon viaggio” è quasi come se non fosse successo nulla e tu potessi ancora parlare con lui, perché paradossalmente la morte su Facebook non può esistere. Per chiudere un amore o un’amicizia la si elimina da Facebook, come puoi essere morto davvero se continua ad esistere il tuo account?
E la linea di demarcazione si fa sottile: possiamo morire pur essendo in vita, ritirandoci dal mondo come ha fatto Salinger, oppure possiamo sopravvivere da morti attraverso un profilo ancora aperto.

“All’ombra de’ cipressi e dentro l’urne confortate di pianto è forse il sonno della morte men duro?” si chiedeva Foscolo.
Oggi l’unico modo per rendere una perdita meno terribile, per mantenere il contatto con una persona, è il suo profilo di Facebook, sempre vivo e sempre collegato al nostro.

Ciao Paolo, grazie per avermi accompagnata fino a qui.

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6 commenti su “Rimanere in vita grazie a Facebook

  1. Ciao Pamela,
    mi spiace per il tuo Paolo.

    Una funzione, inizialmente non prevista, di Facebook è proprio quella della commemorazione dei defunti.

    Con un intento simile c’è anche questo sito, nato con lo scopo di commemorare chi non c’è più in maniera collaborativa.

    Normalmente tendo ad evitare tutto ciò che rattrista il mio animo. Ho sempre avuto parecchie difficoltà ad esprimere le mie condoglianze, ad andare alle messe funebri.

    Su Facebook invece riesco ad esprimere con meno disagio il mio dispiacere.

    Ciao
    Luigi » LuVi Weblog
    La mente è come un paracadute, funziona solo se si apre

  2. Tramite fb ho scoperto di avere un giovanissimo cugino argentino Hugo e poi di non averlo più. Per discrezione non ho lasciato commenti sul suo o sul profilo dei suoi familiari ma mi è dispiaciuto molto averlo conosciuto solo in foto e nei video messaggi che pubblicava. Il suo profilo non è stato ancora cancellato, la sua breve vita è ancora tutta li!

  3. Gia. In questi casi il profilo dovrebbe essere segnalato a Facebook che lo rende “profilo commemorativo” per tutelare la privacy e il rispetto del defunto. Purtroppo le persone non ci pensano o non hanno la più pallida idea di come funzioni.

  4. è difficile riuscire a trovare le parole giuste, il più delle volte non ci si riesce, riusciamo ad accettare la morte alla fine del nostro ciclo di vita ma diventa intollerabile quando arriva prima di quello che noi riteniamo essere il “momento accettabile”. c’è una citazione alla quale mi capita di pensare spesso e che vorrei lasciarvi come spunto riflessivo e per agire nella vita: vivi ogni giorno come se fosse l’ultimo, pensa come se non dovessi morire mai.

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