La chiesa e i domini liberi

Della liberalizzazione dei domini avevo parlato qui.
In questi giorni sono in corso gli Stati Generali dell’ICANN, l’ente che assegna gli indirizzi sulla Rete.
Riguardo al progetto di aprire la libera concessione dei domini Internet, l’ICANN ha preso tempo spostando di 6 mesi la decisione a riguardo.

Troppi conflitti di interesse, da chi ha già un qualcosa.com e teme la concorrenza di un nuovo .qualcosa, ai governi che temono l’assegnazione di nomi sensibili a entità sgradite (.italia) alle grandi aziende che non vedono l’ora di distinguersi con un bel .google o .microsoft.

Naturalmente la chiesa non poteva esimersi dal metterci il naso, mandando una lettera scritta da mons. Carlo Maria Polvani e indirizzata al presidente ICANN Paul Twomey per avvertire di non provarsi nemmeno a creare .catholic.

Il problema, secondo il Vaticano, è che i domini concernenti tematiche religiose, tipo .catholic, .anglican, .orthodox, .hindu, .islam; .muslim, .buddhist, ecc. potrebbero portare allo scatenarsi di una guerra di religione anche online.

Ma se i fanatici religiosi devono dichiararsi guerra l’un l’altro per difendere il proprio credo, non è meglio che lo facciano online?
Al limite volerà qualche insulto e terranno impegnati i loro 2 neuroni nel tentativo di hackerarsi reciprocamente il sito piuttosto che imbracciare un fucile nel nome di Dio.

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7 commenti su “La chiesa e i domini liberi

  1. ti quoto pamela! tutti si preoccupano degli effetti di internet, di prevenire i possibili disaccordi, di censurare, mentre in realtà ci si dovrebbe preoccupare di più del male che le persone fanno nel mondo reale

  2. forse se la chiesa ogni tanto si facesse i c suoi non saremmo sempre il paese più indietro del mondo!

  3. alex mi sa che stavolta la chiesa è riuscita a fermare il progresso a livello mondiale, non solo italiano

  4. bho secondo me questi domini complicano solo le cose…. un .it .com .net riusciamo a ricordarlo a memoria, un .qualunquecosa diventa un casino, milioni di .qualunquecosa sono ingestibili

  5. se io ho un’azienda non credo sia giusto che qualcuno registri un dominio .miaazienda. allo stesso modo credo che la chiesa abbia diritto di tutelare il dominio .cattolico o .chiesacristiana o quello che è altrimenti qui si ripetono i fenomeni che si sono visti di gente che registra i domini per poi rivenderli alle aziende a prezzi astronomici, una sorta di web-bagarinaggio

  6. Gli interessi in gioco sono davvero tanti e se si desse il via ai domini liberi bisognerebbe quantomeno che ci fosse una regolamentazione. In questo senso l’ICANN deve prendersi il tempo per organizzarsi a dovere

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