Markting Manager nell’era… del brunch

Da alcuni anni ormai siamo abituati a confrontarci col fenomeno dei termini inglesi che invadono la lingua italiana, favoriti anche dalla sempre maggiore diffusione delle nuove tecnologie e dall’internazionalizzazione dei mercati.

Non facciamo più colazione ma aspettiamo l’ora del brunch, non prendiamo più l’aperitivo ma andiamo all’happy hour in un lounge bar, ovviamente solo se è rigorosamente trendy.

Stamattina però, quando ho ricevuto un invito ad un seminario riguardante le “Strategie di co-marketing accessibili con i top brands” che prevede, nell’ordine: forum, workshop, roundtable ed exposition, per culminare in un “Network drink per stabilire contatti business esclusivi”, ho pensato che devono pur esserci dei limiti.

Terminologie legate al marketing?

Nemmeno per sogno. Apro un giornale di annunci immobiliari:
“In complesso di alto standing, loft/open space esclusivo nuovo, doppio ingresso, ampia metratura, finiture high-tech, luminosa zona living con angolo relax, cucina abitabile design moderno aperta sul soggiorno, toilette con box doccia, dotata di ogni comfort, libero subito”.

Io quasi quasi a vedere cos’è un Network drink ci vado, nella speranza che la prossima volta mi invitino a un alcol overflow
🙂

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2 commenti su “Markting Manager nell’era… del brunch

  1. si sa, l’inglese è la lingua più parlata, ed è la lingua di internet. ma ci sono parole è parole. alcune non sono traducibili, o lo sono a fatica, come “link”, altre hanno una versione italiana decisamente più immediata e trovo ridicolo chi vuol fare il figo usando forzatamente termini inglesi. stamattina ho letto su un articolo “entertainment” invece di “intrattenimento”, “advertising” invece di “pubblicità”, “research” al posto di “ricerca”.
    è sconfortante.

  2. abbiamo una lingua bellissima, una vera opera d’arte per eleganza armonia, tant’è che ha generato innuerevoli capolavori di letteratura. sforziamoci un po’ di più di utilizzare termini italiani ogni volta che è possibile.

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