Un anno di social network e di storie strane

“Sono all’altare con @TracyPage dove appena un secondo fa è diventata mia moglie! Devo andare, in tempo per baciare la sposa”: è così che Dana Hanna ha aggiornato il mondo attraverso il suo status di Facebook.

Questo 2009 è stato decisamente l’anno dei social network, delle storie strane e delle persone che con furbizia o ingenuità li hanno utilizzati o ne sono state vittime facendo notizia.

Mike Massimino è stato il primo astronauta a twittare dallo spazio: “Dall’orbita: il lancio è stato perfetto!! Mi sento benissimo, lavoro duramente, e mi godo la magnifica vista, l’avventura di una vita è iniziata!”.

Una coppia della Virginia, Tareq e Michaele Salahi, si è introdotta alla cena di Stato in onore del primo ministro indiano tenutasi alla Casa Bianca, ed è stata smascherata grazie alle foto pubblicate su Facebook.

Kimberley Swann è stata licenziata per aver definito noioso il proprio lavoro su Facebook; Natalie Blanchard si è vista revocare un assegno di malattia per una grave depressione in seguito alla pubblicazione di alcune foto sorridenti su Facebook; Ashley Payne è stata licenziata per una foto nella quale beveva un cocktail alcolico; Kevin Colvin è stato licenziato perché dopo aver preso una giornata di permesso dal lavoro per problemi famigliari è stato immortalato su Facebook a una festa di Halloween.

Memorabile la gaffe di Shelley Sawers, moglie di John Sawers che, proprio mentre il marito stava per essere nominato capo dei Servizi Segreti britannici, ha pubblicato su Facebook le foto della loro casa e della loro famiglia, con tanto di dettagli sulle abitudini di ogni giorno, mettendo a repentaglio la sicurezza del marito.

Una mamma blogger, Shellie Ross, ha annunciato in diretta su Twitter che il figlio Bryson di due anni era caduto in piscina, invitando i suoi 5000 followers a pregare per lui: “Per favore pregate come non avete mai fatto, perchè il mio bambino di due anni è caduto nella piscina”.

I medici britannici sono stati avvisati di evitare le proposte amorose di pazienti dopo che alcune erano state avanzate su Facebook; ai legislatori olandesi è stato vietato di mandare messaggi dal Parlamento; negli Stati Uniti sono state vietate le amicizie su Facebook tra avvocati e giudici; in Canada un deputato si è scusato per aver insultato un rivale tramite Twitter mentre in Gran Bretagna per la prima volta la Corte Suprema ha diffuso via Twitter un decreto ingiuntivo, per vietare a un utente anonimo di spacciarsi per qualcun altro sul sito di microblogging.

Infine, per restare in Italia, c’è stato è il caso del gruppoUccidiamo Berlusconi”, che si è guadagnato un fascicolo presso la Procura di Roma perchè classificabile come “istigazione all’odio”.

Finiscono così gli anni zero, lasciando il posto agli anni dieci con la speranza che siano anni in cui Twitter e Facebook lasceranno un po’ di spazio in più alla vita vera, come nel finale del film Sliver in cui Sharon Stone spara ai monitor che William Baldwin fissa tutto il giorno dicendogli: “E adesso vivi”.

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9 commenti su “Un anno di social network e di storie strane

  1. + tutto il casino dei gruppi a favore della mafia. quest’anno i social sono stati al centro dell’attenzione di informazione e politica, in modo secondo me un tantino eccessivo

  2. e tutta la gente che ha annunciato su facebook di volersi togliere la vita? queste sono le vere assurdità. un conto è usarlo per farsi pubblicità, per rimorchiare o conoscere gente nuova ma se hai bisogno di aiuto lo devi chiedere a chi ti vuole davvero bene non su facebook

  3. Non lo condivido ma non mi sembra nemmeno così strano, in un mondo in cui talvolta i rapporti virtuali sono tutto ciò che ha una persona, veri come quelli reali, il suicidio è un tentativo estremo di esistere, di attirare l’attenzione, di dire al mondo: “non ti sei accorto di me quando c’ero, ora sei costretto ad accorgertene perchè non ci sono più”. Non mi pare così strano che vengano utilizzati i social network a questo scopo

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