Quando il Web è meglio della vita

Odio i supermercati, soprattutto se sono grandi e nell’ora di punta.
Sì perché i ferraresi vanno a fare la spesa tutti contemporaneamente: si mettono d’accordo, escono tutti di casa nello stesso momento e intasano le corsie dei supermercati alla stessa ora. Essere costretti a fare la spesa in uno di questi momenti, perché il tuo frigo è così vuoto che ci puoi sentire l’eco, è una delle esperienze peggiori che ti possano capitare.

Entri dalle porte automatiche e ti trovi subito un capannello di 10 idioti fermi a fare conversazione, non da qualche parte lungo la galleria, esattamente davanti all’ingresso, con 50 persone più carrello che spingono per entrare.

Prima tappa: farmacia.
Dopo aver aspettato 5 minuti una tizia che fissava il salvacode senza sapersi decidere se prendere o meno il numero, faccio altri 15 minuti di coda ascoltando i problemi più assurdi di gente che ha male al mignolo del piede sinistro ma non è un male da scarpa, no, è un male diverso, di quelli che si sentono soprattutto quando sei sdraiato sul divano coi piedi per aria. Arriva finalmente il mio turno, chiedo dell’aspirina. La farmacista mi consegna il farmaco in un packaging postmoderno che per aprire e richiudere perderò altri 20 minuti della mia vita, e mi dice che sono 2.97 Euro. Gliene do 5 e lei mi restituisce 3 centesimi. Al che la guardo perplessa e questa mi fa: “Non mi avevi dato 3 euro?”. Cioè le è sfuggito che le ho dato una banconota anziché 2-3 monete?

Finalmente entro nel supermercato dove orde di donne con uomini rintronati al seguito invadono ogni angolo disponibile: gli uomini col carrello o il cestino e il naso per aria a farsi dare ordini e ad intralciare il più possibile il flusso della circolazione.

Ovviamente tanto per essere d’aiuto il supermercato ha recentemente cambiato la posizione dei prodotti, così non si trova più niente, e le persone che non sanno leggere la segnaletica delle corsie si intestardiscono a fissare lo scaffale dei latticini alla ricerca dei pannoloni per la nonna incontinente.

Prendo un po’ di prodotti a caso, raccattati nei pochi angoli dove non ci sono carrelli ammassati, e vengo placcata da una promoter che mi dice che il cioccolato fa bene e aiuta a mantenersi giovani: o è una balla oppure lei non ne mangia.
Dopo di me cerca di intortarsi una suora (!) che più che altro sembra la versione cattolica di Igor di Frankenstein Junior.
Evito altre promoter che hanno allestito veri e propri posti di blocco e raggiungo finalmente la cassa, naturalmente scegliendo con cura quella con la cassiera più rincoglionita, che a confronto mio nonno sembra Speedy Gonzales.
Dopo 20 minuti di coda dietro alle varie persone con fondamentali problematiche di sostituzione merce, prezzo che non hanno capito, verdura che non è stata pesata sulla bilancia, storno che non si sa se vogliono o non vogliono, tessera del supermercato che non sanno in quale tasca o borsa hanno infilato, prodotti che non vogliono più e altri che hanno dimenticato, arriva il mio momento: metto i prodotti nella sporta, pago il conto, la cassiera estrae lo scontrino, cerca una penna che non funziona, la sostituisce con una che funziona ma non si ricorda dove ha messo, e mi firma lo scontrino. Giuro. Mi firma lo scontrino. Ho pagato in contanti, non ho chiesto alcuna operazione particolare, ma lei ha sentito il bisogno di firmarmi lo scontrino. Se non fosse che ho fretta e che ho trascorso al supermercato le ultime 2 ore della mia vita le chiederei il perché, ma per questa volta soprassiedo.

Salgo in macchina, parto, e alle prime strisce pedonali arriva il classico vecchio che mi si catapulta sul cofano con lo scatto di una faina per poi, appena freno, impiegarci esattamente 15 minuti a percorrere l’altra metà della strada. Ora: che uno sulle strisce pedonali abbia diritto di passare me ne rendo conto, ma se vedi che dietro di me non ci sono auto per i prossimi 7 km, non puoi aspettare che passi anziché rischiare il poco di vita che ti rimane?

Se riesco ad arrivare a casa non esco più.

Ecco perché amo Intenet: perché è veloce.

O oggi è la giornata nazionale degli ebeti e io non lo so, oppure Web batte vita 1-0.

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15 commenti su “Quando il Web è meglio della vita

  1. quello del vecchio E’ UN CLASSICO! ti si buttano sotto la macchina in ogni momento, tanto sono sulle strisce e a te bastano 10 cm di spazio frenata. comq meglio a piedi che motorizzati

  2. l’eco nel frigo lo capisco benissimo … a me fa pensare alla montagna, vista l’aria fresca che c’è in fondo è come fare la settimana bianca 🙂
    oggi il supermercato è diventato una giungla…infatti devi mangiare le gocciole al mattino per poterla affrontare, ma solo quelle extra dark.
    negli States puoi fare spesa direttamente sul web e te la portano a casa, figo vero?
    in questo modo le due ore che hai perso più il nervoso per l’elevato numero di deficienti, imbranati, perditempo e chi più ne ha più ne metta le risparmi e ti puoi dedicare alla lettura di un buon libro, della sana attività fisica o semplicemente a rilassarti sul tuo divano e fare yoga per allontanare le tensioni della giornata (di merda) appena trascorsa, che più o meno sarà uguale a quella di domani 🙂

  3. Pam, ma perche’ non fai la spesa online? E’ da anni che la faccio quasi sempre online (Waitrose) e mi sono sempre trovato benissimo. Te la impacchettano tutto e ti arriva a casa nell’orario prestabilito.

  4. quoto la farmacia. imbarazzantissimo soprattutto all’ipercoop dove le zdore non si fanno i fatti loro… a me una volta è capitato che una tipa abbia cercato di consigliare la farmacista su cosa consigliarmi

  5. Volendo ci sono pure le casse automatiche. Grande invenzione. C’è più coda che in quelle normali e sono sempre inchiodate con l’assistente scorbutica che non riesce a farle funzionare

  6. @GG ottima idea, peccato che la spesa dovrei farmela consegnare in ufficio 🙂 e poi per frutta e verdura come fai??? io mangio praticamente solo quella, oltre allo yogurt 😉

  7. questo pezzo è stupendo! mi ci immedesimo alla perfezione. fare la spesa non sarebbe neanche tanto male come attività, il problema è che è un’attività “sociale” da svolgere assieme ad altre mille persone che in linea di massima non sanno dove sono, cosa stanno facendo e perchè. questo nella migliore delle ipotesi. poi ci sono gli ipertesi che si incazzano per niente 🙂

  8. gli ipertesi in effetti sono un problema.
    sarebbe bene forse abbattere, dopo un test accurato, gli ipertesi.
    sarebbe una sorta di bonifica (spero di non essere iperteso)

  9. L’unica cosa peggiore dei supermercati sono gli uffici postali, lì viene veramente fuori il lato peggiore di ogni persona, oltre alla scarsa voglia di lavorare degli impiegati

  10. La parte migliore della spesa all’ipercoop sono le persone che ti vengono addosso, sembra quasi che non siano lì per fare la spesa ma per giocare agli autoscontri!

  11. ho scoperto per caso oggi il tuo bolg sei una grande!
    questo post e’fantastico,ne ho scritto tempo fa uno identico pure io..

    solo una cosa pero..stando all’estero mi sono accorta di una cosa.. i pedoni hanno la precedenza,sempre e comunque! pazienza!
    mi sono veramente resa conto di quanto noi italiani siamo numeri uno nel dare mancato diritto all’attraversamento della strada..ehehehe
    ma e’tutta un altra filosofia mentale.. non fa per noi!

    cmq..brava. scrivi benissimo.

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