Testimonial pubblicitari

Innanzitutto qualche curiosità:
Lo sapevate che uno dei primi testimonial pubblicitari italiani è stato Benito Mussolini? Prestò il faccione per l’annuncio di un amaro che celebrava la marcia su Roma ma non solo, più di una volta si prestò a pubblicizzare questo o quel prodotto.
E Marinetti, il nostro poeta futurista? Concesse la sua Uccidiamo il chiaro di luna a un’azienda tedesca di lampadine.
Per poi non parlare del Carosello, quando i vari Chiari, Vianello, Tognazzi, Mina, Morandi si esibivano in scenette divertenti che arrivavano, negli ultimi secondi, a reclamizzare un prodotto.

L’interessante libro Parola di testimonial di Alessandro Aquilio ripercorre la storia e analizza le varie tipologie di testimonial pubblicitario.
Una nobilitazione dello stesso?
Assolutamente no, perché troppo spesso si ricorre al personaggio famoso per mascherare la carenza di creatività, la povertà di idee, e talvolta è pure controproducente.
Vi dice niente la frase “Oui, je suis Catherine Deneuve”?
Chi di voi si ricorda cosa pubblicizzava?
Ecco il punto. Riconosciamo il personaggio, ricordiamo la pubblicità ma non il prodotto.

Certo non tutto il male viene per nuocere:
Preferisco che Sabrina Ferilli mi dia consigli su cosa usare per tingermi i capelli piuttosto che vederla recitare; Paolo Bonolis che beve caffè su una nuvola mi aiuta a dimenticare i suoi pacchi; George Clooney è molto più simpatico quando si presenta alle feste e gli sbattono la porta in faccia che quando compare in vetta a tutte le classifiche dei “belloni” di turno… e la pubblicità di Beckham per Armani decisamente ha un suo perché.

E poi volete mettere la soddisfazione di sapere che Alessia Marcuzzi ha ritrovato la sua naturale regolarità?

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10 commenti su “Testimonial pubblicitari

  1. Sarà ma io la pubblicità con George Clooney che si fa un martini bianco con le palle del toro di ghiaccio non l’ho mai digerita

  2. E lo spot della bellucci che balla il tango in mutande? Cosa che peraltro tutte le donne che conosco fanno ogni giorno. Comunque sempre meglio che vederla recitare, chiaramente

  3. Quella di beckham era decisamente una gran bella pubblicità con un gran bel…. em….. calciatore 🙂

  4. La pubblicità di Catherine Deneuve era quella della Lancia Delta del 1982. L’ho cercata su Google, non mi ricordavo assolutamente!

  5. Buongustaia! Della baguette di Beckham ne parla anche la Littizzetto nel suo ultimo liro: “avete presente una baguette, un arrosto per dodici persone, un bob a due, l’uovo di Pasqua del bar, quello della lotteria pasquale?” 😉

  6. Bisogna dire che oggi più che mai la pubblicità ha decisamente spostato il focus dal prodotto a … tutt’altro e più il prodotto non è “necessario” più la pubblicità non si focalizza su di esso. Devo ahimè fare una constatazione, più siamo soggetti a condizionamenti dei messaggi pubblicitari meno siamo evoluti … allora è giusto che usino un gruppo di cavernicoli che parlando una lingua scema per pubblicizzare il servizio della telecom 1254, forse ce la meritiamo.

  7. in effetti le pubblicità coi testimonial tendono ad essere meno creative. forse perchè si pensa che il personaggio famoso basti oppure è lo stesso personaggio che non si presta e che preferisce ruoli “seri”. di fatto anche una comica graffiante come la littizzetto sta facendo delle pubblicità davvero pallose

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