Fenomenologia del tiramento di culo

Ognuno di noi ha un certo giro di conoscenze più o meno allargato che, sicuramente, comprende moltissime brave persone, altre persone un po’ meno raccomandabili e poi lui! Il mestruato mentale cronico, quello che, a fasi alterne, si fa prendere dall’improvviso quanto immotivato “tiramento di culo”.

Non è ancora chiaro se sia a causa di un problema genetico, se si tratti di un fenomeno di ormoni  altalenanti o se, più semplicemente, sia il risultato di ansie da inadeguatezza in ordine sparso che è meglio non approfondire… Ma quando il tiramento di culo coglie, non si prende mai il disturbo di contare fino a 10: nel giro di un nanosecondo ha già afferrato il telefono e scritto un messaggio intriso di veleno che, di norma, termina con l’espressione “buona vita”, o con la variante “buon tutto”. In pratica un vaffanculo, ma in abito da sera.
Già. Perché il tiramento di culo di solito si associa ad una notevole dose di vigliaccheria e, chi ne è affetto, predilige inviare contumelie tramite sms o chat: di persona rischierebbe di dover sostenere un confronto costruttivo, e magari di doversi arrendere all’evidenza che non esiste solo il suo punto di vista.

Il tiramento di culo non è quasi mai definitivo, spesso è seguito da ripensamenti, che però non prevedono la presentazione di scuse ufficiali, casomai di una vaga giustificazione tipo “sono fatto così”. Ovviamente il dubbio di essere fatto male non lo sfiora mai, perché il tiramento di culo di norma si associa ad un senso di autocritica piuttosto carente, oltre che ad un senso dell’umorismo paragonabile unicamente a quello dello spigolo del comodino.

Il tiramento di culo può essere associato a un determinato segno zodiacale: di solito Pesci o Gemelli, ma perché porre limiti alla provvidenza? In fondo se il tiramento di culo colpisce un Ariete o un Toro, i danni si moltipolcano in modo esponenziale… Se poi colpisce uno Scorpione, si salvi chi può.

Il tiramento di culo è infine estremamente selettivo: il tizio che ne viene colpito non ti insolentisce mai al culmine di una bella giornata piena di soddisfazioni. No. Di solito ti raggiunge in una situazione tipo: sei seduto sul wc, vittima di indescrivibili dolori di stomaco, hai finito la carta igienica, ti guardi intorno disperato, percepisci una scossa di terremoto, cominciano a cadere i primi pezzi di intonaco e, mentre immagini i vigili del fuoco che recuperano il tuo cadavere incastrato nel water, il cellulare fa be-beeep e, manco si trattasse di uno sciacquone, ti scarica addosso una pioggia di merda, insolenze, improperi, e tutti gli altri sinonimi di Word.

Se siete persone equilibrate, al confine con lo zen assoluto, l’altrui tiramento di culo potrebbe addirittura indurvi al sorriso.
Se invece la vita con voi è stata meno generosa, l’incombere dell’eterna vittima del tiramento di culo potrebbe configurarsi ai vostri occhi come una vera e propria nemesi divina. Roba che nemmeno a Guantanamo hanno mai sperimentato tortura più efficace.

L’antidoto? Purtroppo non esiste.
In realtà, volendo ripercorrere la storia, nell’800 Joseph Mortimer Granville ebbe l’idea, attraverso adeguato dispositivo, di curare le donne isteriche aiutandole a raggiungere il “parossismo”.
Ecco, con o senza raggiungimento del suddetto, il tiramento di culo potrebbe essere curato utilizzando la stessa strumentazione, debitamente introdotta nell’unico ingresso disponibile.
Così, come mi diceva mio padre quando, da piccola, mi mollava un ceffone: “Almeno ti lamenti per qualcosa”.

Share Button