Anche al Qaeda è una questione di marketing

Ogni giorno, appena ci svegliamo, cominciamo a fare marketing: cerchiamo di convincere nostro figlio che a scuola si divertirà, nostro marito che non è il caso di cambiare auto, il nostro amante che è molto più bello stare insieme di lunedì sera piuttosto che nel week end.
Figuriamoci quanto markettari bisogna essere per convincere la gente a farsi esplodere.

Secondo quanto racconta Matt Apuzzo dell’Associated Press, Bin Laden prima di morire stava cercando di capire cose stesse succedendo ai suoi compagni e soprattutto ai nuovi affiliati, e si era convinto che al Qaeda avesse un problema di marketing mentre l’Occidente vinceva nettamente sul piano delle public relations.

In poche parole al Qaeda aveva bisogno di un nuovo inizio, e quindi di un nuovo nome, perché il brand mancava di un elemento religioso che avvicinasse i musulmani di tutto il mondo “in guerra con l’America”.
E Osama aveva anche iniziato a pensare a qualche variante, come “Monoteismo e Jihad” o “Restaurazione del Califfato”, in fondo il ricambio della denominazione è il vecchio trucco di tutte le aziende e tutti i partiti in crisi.

Insomma secondo Bin Laden al Qaeda ormai non fa più abbastanza paura.
Consiglierei di provare con “Frau Blücher” 🙂

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8 commenti su “Anche al Qaeda è una questione di marketing

  1. Cielo, quanto sei dissacrante…
    Comunque, tutto molto molto vero.
    Solo che io francamente non ce la farei proprio a fare opera di persuasione – nell’arco delle ventiquattro ore – sia sul marito, sia sull’amante.
    Non è questione di fedeltà, è proprio questione di potenza di fuoco…

  2. mi risulta che quando è passato a miglior vita piuttosto che qualcosa in testa avesse qualcosa in mano 😀 😀 😀

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