E se Facebook diventasse un modello di vita sociale?

Recentemente mi sono concessa il lusso di leggere un romanzo, e ho scelto quello dell’amico Lorenzo Pezzato, “Feisbuuc” (potete scaricarlo qui).

Non voglio in questa sede esprimere un giudizio “di valore”, sebbene Lorenzo sia un bravissimo scrittore, quanto parlare di una riflessione che i protagonisti fanno e che mi ha colpita in modo particolare.

L’argomento, ovviamente, sono i social network e l’impatto sociale che potrebbero avere se si diffondessero, ad esempio, come i cellulari.
Cosa potrebbe succedere se questa abitudine alla condivisione diventasse una normalità sociale e non solo un esercizio di relazione via Web? L’abitudine alla condivisione potrebbe allargare il concetto di famiglia, permettendo a più individui di mettere in condivisione anche relazioni sentimentali, educazione dei figli e vita quotidiana?”
Già adesso Facebook permette di fatto una specie di poligamia digitale, “E se con l’andar del tempo questa familiarità con la poligamia – inizialmente limitata alla rete sociale elettronica – si trasferisse alla realtà quotidiana, al mondo fisico, entrando nelle case degli italiani e degli occidentali?”.

Anche solo l’idea è delirante, ma se cent’anni fa avessimo raccontato ai nostri nonni che un giorno avremmo condiviso tutto ma proprio tutto online con una rete di amici, al punto di sentire il bisogno di aggiornarli continuamente su ciò che stiamo facendo, al punto di interrompere il sesso per rispondere a un messaggio, cosa ne avrebbero pensato? Che stavamo delirando.

A volte i deliri diventano realtà, pensate solo alle ultime elezioni regionali, al grande successo di un politico che ha iniziato la sua ascesa dichiarando rigidità quantomeno dubbie in zona inguinale.

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12 commenti su “E se Facebook diventasse un modello di vita sociale?

  1. secondo me i social media non possono arrivare a stravolgere la nostra concezione di coppia fino a questo punto, è un concetto innaturale applicabile solo in società dove le donne vengono trattate poco meglio di schiave e non hanno diritto di esprimere le loro opinioni. nel mondo occidentale una donna messa di fronte alla poligamia prende la valigia e se ne va

  2. ma chissà. come dici tu ci sono tante cose che sembravano impensabili e che poi col passare del tempo si sono evolute, e i social media stanno condizionando davvero tanto il ns modo di vivere

  3. srano che lo scrittore si immagini un triangolo con 2 donne e non con 2 uomini, avrei voluto avesse il coraggio del contrario

  4. credo che sia una giusta osservazione e uno spunto sul quale riflettere seriamente, personalmente credo che il rischio che la vita reale venga in qualche modo assorbita da quella virtuale esista e non sia da sottovalutare, se pensate a quanto più facile sia relazionarsi con gli altri in modo “digitale” piuttosto che personale potremo anche trovarci un giorno a vivere una vita come quella rappresentata nel recente film il mondo dei replicanti, una vera schifezza (tutti e due) 🙂

  5. quoto lisa, gli uomini hanno sempre avuto la fantasia del triangolo o addirittura dell’harem, ma se poi dovessero essere loro a mettersi in discussione con un altro uomo in casa vorrei vederli!

  6. Beh di sicuro l’autore non era particolarmente solleticato dall’immagine di due uomini e una donna 🙂

  7. sì ma l’istinto e la vocazine primordiale dove li mettiamo? il compito dell’uomo è quello di spargere il seme quindi va bene che abbia più donne, una situazione di una donna con più uomini invece è del tutto innaturale infatti non esiste in nessuna cultura!

  8. Ho letto Feisbuuc di Lorenzo uscito da poco. L’ho trovato geniale, soprattutto per la naturalezza in cui viene affronatato un tema tanto scottante che , io definerei, pluralità di interazioni e quindi staccato dal concetto di poligamia tradizionale.Non giurerei che non si solleticasse dall’immagine di due uomini ed una donna…

  9. la coppia monogoma fa parte della natura umana ?!? mi sembra una bella forzatura 😉

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