Il razzismo al contrario

Il Web ha i suoi fenomeni e le sue cause, talvolta anche la sua ipocrisia.
Da qualche tempo seguo con interesse il caso di Cécile Kyenge, scelta da Enrico Letta come ministro dell’integrazione, in quella che è stata definita dai quotidiani “una nomina storica”, un passo decisivo per cambiare concretamente l’Italia.

Per ora di cambiamenti se ne vedono pochi, ma la Kyenge piace, e parecchio.
Magari perché è una persona in gamba, magari perché è il primo ministro di colore della storia della nostra Repubblica, magari perché, fin dall’inizio, è stata attaccata dai leghisti, suscitando l’indignazione di tutti coloro che conservano ancora un minimo di civiltà.

Da Calderoli che le ha dato dell’orango, alla Valandro che ne ha caldeggiato lo stupro, a Milani che ne ha chiesto l’uccisione fino all’immancabile senatur che ha dichiarato: “Dicono che è la solita Lega razzista, in realtà è tutto il Paese che ne ha pieni i coglioni del ministro Kyenge” (Il Giorno).
Del resto, gente che si è inventata la Padania, qualche problema deve averlo per forza.

Su Twitter e Facebook l’insurrezione popolare è stata immediata, giusta e doverosa.
Ma qualcosa non va.

Il ministro Kyenge merita rispetto, non dovrebbe essere vittima di insulti né di attacchi razzisti, ma non in quanto donna, in quanto nera o in quanto ministro: in quanto essere umano.
Perché tutti tendiamo a pensare che lei sia “speciale”?
Se scrivi su Twitter che la Kyenge è brutta vieni ricoperto di critiche e, talvolta, di insulti. Se scrivi che è brutta la Bindi, o che Brunetta è un tappo, non succede nulla: è uno scherzo, tutti si associano e ridono con te.

Mi spiace, ma la Kyenge non è certo una bella donna. Non è importante, non è in base al suo aspetto che deve essere giudicata, ma se esprimo questo tipo di giudizio non è per razzismo, è semplicemente perché ho gli occhi e ci vedo bene, così come vedo bene la Bindi e Brunetta.
Non diventiamo razzisti al contrario, non decidiamo che lo stesso tipo di scherzo (o di offesa, se così la vogliamo chiamare), sia accettabile quando rivolto a determinate persone e inaccettabile quando rivolto ad altre.
Continuiamo a difendere la Kyenge, regaliamo a Calderoli un casco di banane (per celebrarne l’intelligenza, eh? Non per via del suo aspetto) ma, per carità: #SiScherza.

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12 commenti su “Il razzismo al contrario

  1. non sarebbe male che ci fosse un po’ più di rispetto per tutti ma sembra chiedere troppo

  2. vero io brunetta lo odio ma le prese per il culo per la sua altezza mi danno troppo fastidio! tutti abbiamo dei difetti!!!

  3. @ele
    Hai ragione, se si vuole contestare Brunetta, ci fornisce decine di buone ragioni che non hanno a che fare con l’altezza

  4. penso che sia perchè finora la kyenge gli insulti li ha presi mentre brunetta li ha dati……di qui la maggior simpatia che suscita lei rispetto a lui

  5. Li ha presi ma si sa difendere, poi mi pare che abbia rifiutato di stringere la mano al leghista Morelli poteva risparmiarselo

  6. Sono d’accordo! I leghisti stanno trasformando la Kyenge in una martire…… cosa che non è!!!!!

  7. @patchouli Non lo sarei, ovviamente. Ma quello che intendevo dire è: come mai non c’è stata tutta questa indignazione del Web quando Berlusconi disse alla Bindi che è “più bella che intelligente”? Mi pare che lei per prima l’avesse buttata in ridere…

  8. gli attacchi che subisce sono tutti razzisti e non credo che il razzismo sia una buona cosa no?

  9. Ci sono italiani che chiede di diventare extracomunitari per avere quello che hanno loro ma vi sembra giusto c’è qualcosa che non funziona ……………

  10. vorrei ricordare che anche Forattini aveva disegnato Buttiglione come un orango e nessuno si è sentito offeso

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